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L’home working e l’arte di lavorare in casa

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Ammettiamolo, chi vuole tornare in ufficio? Persino chi ha la fortuna di lavorare in uno spazio incredibile – confesso di sentirmi privilegiato, il mio studio è in una chiesa sconsacrata – non è allettato più di tanto dall’idea di rinunciare a questa nuova quotidianità fatta di pause caffè, mattine lente e vestiti confortevoli. Ovvio, manca il rapporto diretto con colleghi e clienti e tutte quelle dinamiche sociali ed economiche che ci mettono in relazione con gli altri, ma sarebbe auspicabile che da questo periodo ne uscissimo con un’idea di lavoro flessibile: un giusto equilibrio tra l’ufficio e la casa.

Quindi lavorare da casa non è affatto male ma com’è lavorare in casa? Lo spazio che ci siamo ricavati aiuta il nostro benessere lavorativo, la produttività e la nostra concentrazione?

L’home working è uno dei temi più trattati di questi ultimi mesi, dal mio punto di vista non esistono regole ferree ma vorrei condividere con voi alcune riflessioni, da architetto che si è trovato a lavorare in casa.

1. Ambiente

Non avete una stanza da adibire a studio? Come COBE Architetti negli anni abbiamo progettato zone studio in diversi ambienti: in salotto, nel sottoscala, nell’ingresso, in camera, in cucina… ma tuttora non abbiamo una soluzione preferita perché secondo noi qualsiasi spazio può andar bene, basta seguire i successivi accorgimenti.

2. Luce: naturale vs artificiale

Ognuno ha i propri gusti, c’è chi preferisce avere la postazione illuminata direttamente dal sole e non ha problemi con i riflessi sulla scrivania o sul monitor, e chi invece preferisce lavorare con la luce indiretta, ad esempio orientando la scrivania verso nord. Nel primo caso si dovrà filtrare la luce con le tende o le tapparelle, nel secondo sarà necessario integrare l’illuminazione con la luce artificiale, soprattutto verso sera. Personalmente prediligo la luce indiretta perché si distribuisce in modo uniforme nella stanza e trovo che stanchi meno gli occhi, ma ciascuno ha la propria sensibilità.

3. Posizione

Gli appassionati di feng shui e vastu avranno già trovato una posizione ottimale all’interno dell’abitazione. Per tutti gli altri, anche in questo caso, ci sono varie possibilità. La scrivania davanti alla finestra per poter guardare fuori è un’ottima soluzione, sempre che non sia eccessivamente esposta e non ci siano termosifoni; in alternativa la si può posizionare al centro della stanza per avere maggiore “respiro” nell’intorno dello spazio di lavoro. In generale la soluzione più consigliata è quella di mettere la scrivania in modo perpendicolare alla finestra. Anche qui, ognuno può trovare la posizione che lo aiuti a lavorare meglio, io ad esempio non amo alzare la testa e vedere un muro, ma se non ho alternative, cerco di riempirlo con disegni, schizzi o foto.

4. Lo sfondo

Chi non ha vagato almeno una volta per casa alla ricerca di uno sfondo adeguato per un’imminente call di lavoro? Avere un fondale piacevole che in qualche modo ci rappresenti può essere utile nelle interazioni col mondo esterno.

Largo alla personalizzazione ma cercando di fare attenzione ad alcuni aspetti. Avere alle spalle una libreria, una cucina o una parete sono tutte alternative valide, ma cerchiamo di creare un contesto professionale, dato che sarà il contorno alle nostre riunioni o conferenze online. Può sembrare scontato ma prima di tutto viene l’ordine, niente oggetti inappropriati, per lo meno nello spazio dell’inquadratura, in modo che non vi siano distrazioni per la persona con cui stiamo parlando. In seguito i colori: né troppi né troppo pochi. Il total white rimanda ad un’immagine triste e asettica, a meno che non sia integrato con alcuni oggetti colorati o piante. Se preferiamo una parete colorata meglio che sia uniforme e con colori non troppo saturi, tonalità accese possono infastidire il nostro interlocutore. La carta da parati è una elegante alternativa e può dare personalità anche ad una piccola postazione.

Se proprio siete in difficoltà e non riuscite a trovare uno sfondo che vi soddisfi, niente paura, potete usare alcuni stratagemmi integrati nelle app più usate per videoconferenze: ad esempio l’effetto sfocatura di Skype o gli sfondi creativi di Zoom.

5. Accessori

Conosco persone che per lavorare hanno bisogno della scrivania libera e pulita come un tavolo da chirurgo, per altri invece è importante personalizzare il proprio spazio. Una bacheca nei pressi della scrivania può essere un accessorio utile per segnare le scadenze giornaliere, inserire alcuni disegni o articoli. Oltre ad aiutare ad organizzare meglio il lavoro è un punto di riferimento ogni volta che alziamo lo sguardo dallo schermo.

Alcuni oggetti possono stimolare la nostra produttività, come libri da consultare, testi o immagini da tenere a portata di mano…o nel mio caso elementi di design (ho parlato per un anno con La lettera 22 della Olivetti).

Infine le piante aiutano a rimanere concentrati, danno un tocco di colore all’insieme e possono essere un compagno di lavoro, a voi decidere se chiacchierarci o meno.

 

L’home working ci permette di personalizzare lo spazio dove lavoriamo lasciandoci una maggiore libertà rispetto all’ufficio. Possiamo concederci di essere più rilassati e di perdere quella formalità richiesta negli ambienti di rappresentanza. Quando lavoriamo da casa possiamo andare su un livello più personale, un livello che racconti di noi e che completi la nostra immagine professionale.