Descrizione
Il concorso ‘Nuova vita al Pincherle’ è stato indetto nel 2015 dall’Ordine degli Architetti di Bologna, l’associazione dei Giovani Architetti ‘GArBo’ e alcune associazioni attive sul territorio e nel quartiere.
L’obiettivo centrale del bando era la riqualificazione del giardino Pincherle in piazza di quartiere dove incontrarsi e socializzare, attraverso il coinvolgimento di associazioni e comitati di quartiere. Il bando era il risultato finale di un processo partecipativo che aveva fatto emergere problematiche di degrado e micro-criminalità nel giardino.
La nostra proposta remapping Pincherle Social Garden è stata realizzata insieme agli architetti Matteo Verzelloni e Sara Biondi si è aggiudicata la Menzione d’onore della giuria.
Il progetto remapping Pincherle Social Garden unisce nel titolo la duplice valenza della proposta: da una parte l’intervento architettonico che riqualifica l’area attraverso azioni puntuali in grado di incentivare e ampliare la sua fruizione; dall’altra la proposta di mantenere attivo il coinvolgimento dei cittadini attraverso iniziative diversificate, volte alla costruzione di una community di quartiere. Un processo di rigenerazione sociale e culturale.
Dati
LUOGO
Bologna, (BO), Italy
DATA
2015
STATUS
Menzione Speciale – GArBo
COMMITTENZA
Pubblica
DESIGN
COBE Architetti
Matteo Verzelloni Architetto
Sara Biondi Architetto
Approfondimento
Il progetto remapping Pincherle Social Garden unisce nel titolo la duplice valenza della proposta: da una parte l’intervento architettonico che riqualifica l’area attraverso azioni puntuali e l’inserimento di dispositivi in grado di incentivare e ampliare la sua fruizione; dall’altra la definizione di un percorso con la cittadinanza, caratterizzato da attività e iniziative partecipate per costruire attorno al giardino una community attiva e una rete di associazioni in grado di innescare un processo di rigenerazione sociale e culturale.
Interventi puntuali di apertura del perimetro
Gli interventi puntuali si traducevano in forme organiche che come membrane si adagiavano sul bordo della recinzione e lo trasformavano, lo aprivano e lo espandevano all’esterno, scardinando la rigidità del sistema e creando nuovi ambienti e occasioni.
Le membrane avrebbero lavorato per addizione, posandosi sulla recinzione, sulle superfici dell’area, affiancandosi ai cordoli di cemento e differenziandosi per l’uso materico e cromatico degli elementi.
Un giardino per tutti
Lo spazio interno era lasciato libero da strutture fisse – ad eccezione per i pergolati metallici – per poter essere facilmente adattato alle esigenze e alle attività che vi si svolgono.
Il progetto del giardino Pincherle era pensato per essere personalizzato: le sedute e i tavolini sarebbero stati costruiti attraverso laboratori di autocostruzione, mentre le membrane che caratterizzavano l’intervento sarebbero state modificate annualmente tramite laboratori di pittura, contest di murales tra i ragazzi del Liceo Classico Minghetti o da artisti bolognesi emergenti.